Oltre a numerosi articoli di management, pubblica i seguenti libri:
- Sviluppo organizzativo e formazione manageriale: il caso CRT, 1984
- Learning Organization tra teoria e prassi: il caso Locat, in Learning Organization, Guerini e associati, 1994
- Alla ricerca di nuove rotte manageriali, prefazione di Gustavo Pietropolli Charmet, FrancoAngeli, 1998
- L’organizzazione è una metafora – Viaggio di dodici metafore nella dimensione organizzativa, prefazione di Francesco Micheli, FrancoAngeli, 2004
- Management & Golf – Affinità e differenze fra le due ‘arti’ più praticate al mondo, 2009
- Seduco… dunque sono! Le seduzioni quotidiane e il percorso della seducenza, FrancoAngeli, 2014
- 1°premio col romanzo Amori imprevisti, al Concorso Pacini Editore, Pisa, 2015
- 1° premio con la lirica Mi piacerebbe, al Concorso Il Fauno, Firenze, 2016
- 1° premio col romanzo Amore, andata e ritorni, al Concorso Il litorale, Massa,2020
- In viaggio con l’Amornauta – La costellazione dell’Amore, 2021
- 1° premio con la raccolta di racconti Non c’è due senza uno, La Ginestra, Firenze 2022; 3° Premio Città di Sarzana 2022; Premio per la migliore raccolta di racconti, San Domenichino, Marina di Massa, 2023, 3° premio ex aequo al Premio Il Delfino, Tirrenia, 2024
Dettaglio Pubblicazioni
Seleziona il titolo del libro per leggere una dettagliata sinossi:
- Non c’è due senza uno
- In viaggio con l’armonauta
- Amore, andata e ritorni
- Amori imprevisti
- Seduco… Dunque sono!
- Management & Golf
- L’organizzazione è una metafora
- Alla ricerca di nuove rotte manageriali
Non c’è due senza uno

“Non c’è due senza uno” è una raccolta di racconti in cui l’autore propone le situazioni più varie da un punto di vista sempre eccentrico e originale, invitando chi legge a fare tesoro delle lezioni che la vita quotidianamente ci offre e a cogliere le occasioni secondo lo spirito del Kairòs, il momento opportuno.
Il titolo – dal sapore psicoanalitico – rivela il tema che caratterizza e accomuna i racconti: i rapporti tra le persone, presi in esame nelle loro diverse modalità ed evenienze.
Alcuni parlano di vicende terrene o concrete, e i temi sono l’amore, il gioco, il sesso e anche la malattia o la morte, in altri risultano privilegiati aspetti ideali o astratti, quali il tempo, la nostalgia, l’immaginazione, la fantasia, il sogno.
Nell’insieme la lettura della raccolta sembra confermare che ogni relazione è misteriosa, e difficile è prevederne le dinamiche e gli sviluppi: può essere fonte di amore e gratificazione, nonché occasione di divertimento, oppure motivo di incomprensione e delusione, e causa di dolore.
Come se fosse la natura stessa della relazione interpersonale a richiedere a ogni attore di sedersi al tavolo della vita e giocare le proprie carte, avvalorando così l’idea che l’essere umano resta il più grande enigma comparso sulla faccia della terra, teso a realizzare come meglio può il proprio destino.
La cosa più difficile da fare, dice Hemingway, è scrivere una prosa onesta e onesta sugli esseri umani. In questa raccolta, confessa l’autore, ho provato a farlo.
In viaggio con l’armonauta

Il testo prende per mano il lettore e lo accompagna nei territori dell’Amore lungo la possibile navigazione di un Amornauta – quale essere umano non lo è stato, non lo è o non lo sarà? -, soffermandosi su ognuna delle tappe previste e configurando così una Costellazione dell’Amore. Il viaggio, trattandosi di amore, non può che essere stellare e le stelle diventano parole, con il contributo sincero e illuminante dell’etimologia, con l’aiuto sapiente di molte citazioni autorevoli, con la suggestione di alcune immagini e la magia senza tempo della mitologia greca. In questa prospettiva, secondo un andamento in parte logico, in parte cronologico, sono approfonditi gli aspetti che caratterizzano il viaggio stesso: la differenza tra Innamoramento e Amore, la potenza invincibile di Eros, la rilevanza del desiderio, della seducenza o della metamorfosi, il dimorfismo sessuale, il godimento, le caratteristiche della coppia, la fiducia, la promessa, il tradimento e il perdono.
Via via emergono considerazione rispetto alle due domande relative a ciò che da sempre fa provare gioia o dolore all’essere umano: Perché l’Amore ci fa volare? Perché l’Amore ci fa soffrire?
Nell’ultima parte del viaggio, emerge il prepotente una domanda-auspicio: esistono Cure e Provvidenze per non smettere di volare? Vengono così indagate di effettive possibilità e sono proposte interpretazioni ipotesi che potranno costituire, per ogni Amornauta, suggestione e stimolo ad approfondimenti ulteriori.
Amore, andata e ritorni

Folgorato dall’immagine di una giovane donna intenta a raccogliere fiori da un cassonetto al cimitero di Alessandria, Roberto ha modo di conoscerla: è un’insegnante di Storia dell’arte di nome Armonia e chiama I fiori dell’Aldilà̀ i fiori finti con cui fa composizioni.
Insieme visitano una retrospettiva di Pellizza da Volpedo, il Cimitero di Staglieno (la zona inglese e anche la tomba di De André) e scoprono la reciprocità̀ di un’attrazione appagante. Lui si prefigura vacanze intriganti per l’estate ma lei per due mesi sarà in Benin, presso la Maison Heureuse, una struttura per bambini orfani. La notizia lascia dapprima contrariato Roberto che, su consiglio di un amico psicoanalista, decide di fare una sorpresa ad Armonia, appena guarita dalla malaria, raggiungendola in Benin, dove riescono a godersi una vacanza esotica alla Petite Venise, villaggio di palafitte sul lago Nakouè.
Tutto sembra ricomporsi al meglio finché lei gli confessa il suo più grande desiderio: adottare Annette, una bambina della Maison.
Accanto a Eros, fanno la loro comparsa il desiderio di maternità̀, la ricerca di una stabilità affettiva, il gusto per l’indipendenza: fare i conti con queste diverse ma legittime istanze, per renderle compatibili nella quotidianità̀ del vivere, è la sfida che attende Roberto e Armonia.
Amori imprevisti

Folgorato dall’immagine di una giovane donna intenta a raccogliere fiori da un cassonetto al cimitero di Alessandria, Roberto ha modo di conoscerla: è un’insegnante di Storia dell’arte di nome Armonia e chiama I fiori dell’Aldilà̀ i fiori finti con cui fa composizioni.
Insieme visitano una retrospettiva di Pellizza da Volpedo, il Cimitero di Staglieno (la zona inglese e anche la tomba di De André) e scoprono la reciprocità̀ di un’attrazione appagante. Lui si prefigura vacanze intriganti per l’estate ma lei per due mesi sarà in Benin, presso la Maison Heureuse, una struttura per bambini orfani. La notizia lascia dapprima contrariato Roberto che, su consiglio di un amico psicoanalista, decide di fare una sorpresa ad Armonia, appena guarita dalla malaria, raggiungendola in Benin, dove riescono a godersi una vacanza esotica alla Petite Venise, villaggio di palafitte sul lago Nakouè.
Tutto sembra ricomporsi al meglio finché lei gli confessa il suo più grande desiderio: adottare Annette, una bambina della Maison.
Accanto a Eros, fanno la loro comparsa il desiderio di maternità̀, la ricerca di una stabilità affettiva, il gusto per l’indipendenza: fare i conti con queste diverse ma legittime istanze, per renderle compatibili nella quotidianità̀ del vivere, è la sfida che attende Roberto e Armonia.
Seduco… Dunque sono!

Come e dove nasce l’idea di questo libro? Dalle aule di formazione. Fra tutte le tematiche di natura relazionale trattate dall’Autore, quella che ha riscosso maggior successo e gradimento è stata, sorprendentemente, la seduzione. Non solo quella di natura erotico-sentimentale, bensì la seduzione intesa, in senso più ampio, come modalità eterocentrata di attivare e “agire” efficaci relazioni interpersonali.
La seduzione, per la sua fungibilità, risulta infatti utilizzabile per superare situazioni o momenti di malessere relazionale, oltre che in ambito professionale, anche in altri contesti e occasioni: in famiglia (nel dialogo con i figli, nei rapporti con il coniuge, i genitori e i parenti), nelle relazioni amicali e in generale nei confronti di qualsiasi Altro.
La capacità seduttiva diventa un’autentica social skill, di cui è inizialmente proposta al lettore un’autodiagnosi, per poi analizzarne ingredienti e caratteristiche di fondo.
Si aprono così le porte alla possibilità di pluralizzare la seduzione e trasformare i nostri comportamenti in vere e proprie seduzioni quotidiane. Viene anche presentato un percorso di apprendimento: il Percorso della Seducenza (PdS), articolato in sette tappe.
Si tratta di una roadmap in grado di migliorare il benessere individuale e, conseguentemente, ogni tipo di relazione interpersonale. è la seducenza, l’azione della seduzione mentre si realizza, a garantire risultati concreti.
Management & Golf

Può sorprendere che esistano – ed esistono! – convergenze ed affinità tra il management e il golf, apparentemente così distanti tra loro. Ma ad uno sguardo più attento si scopre che molti dei comportamenti del manager e del golfista si ispirano a logiche e principi comuni
Del cervello sono analizzate le caratteristiche dei due emisferi ed inoltre messi a confronto (quello sinistro analizzatore e quello destro integratore) con riferimento al cervello golfistico e al cervello manageriale.
Alla luce di questi presupposti viene preso in esame ciò che accade quando prevale l’emisfero sinistro o quando prevale l’emisfero destro sia nel manager che nel golfista (e qui racconto anche, in chiave ironica e autoironica, che cosa può accadere).
Il tempo viene analizzato partendo dal krónos e dal Kairós e sono approfondite le implicazioni (anche queste in chiave ironica) che si verificano quando il golfista o il manager non sono in grado di agire in maniera equilibrata.
Si entra poi in un nuovo universo “psicologia e dintorni” in cui vengono affrontati parallelamente il tema della motivazione, i principali errori, gli ostacoli esterni e interni e successivamente anche le “affinità elettive” che mettono in evidenza le convergenze tre il management e il golf (l’handicap e il principio di Peter, la segretaria e il caddie, l’inferno, il purgatorio e il paradiso, i rituali, i simboli e le coreografie).
Viene poi ancora proposta una “cassetta degli attrezzi”: quelli per il manager, quelli per il golfista e quelli in comune (la creatività, la capacità di apprendere, il pensiero positivo, la fiducia in se stessi, la corretta percezione della realtà, la capacità di prendere decisioni, la helicopter view, la componente affettiva).
Nel corso della trattazione sono proposte anche cinque massime metaforiche.
L’organizzazione è una metafora

Compiere un viaggio originale all’interno della dimensione organizzativa: questa è la sfida che il volume propone, a cavallo di due categorie di segno opposto (la teoria e la pratica), mettendo così in corto circuito l’idea e l’azione. In che modo?
In primo luogo, attraverso l’utilizzo della metafora, che l’autore definisce “una sfida sotto forma di enigma”, quale strumento capace di favorire la lettura e la comprensione di realtà complesse e contraddittorie, come sempre più le organizzazioni di qualsiasi natura tendono a diventare. Vengono proposte dodici metafore organizzative (alcune tradizionali, come la macchina e l’organismo, altre più giovani, come la rete e il cervello, altre nuove, come il luogo di desiderio) approfondite, oltre che attraverso frequenti incursioni nel mondo letterario, grazie all’analisi dei tratti distintivi, dei limiti e delle potenzialità di ognuna.
In secondo luogo (e veniamo all’aspetto pragmatico), il raccordo tra idea e azione si realizza grazie alla proposta di un questionario di autodiagnosi organizzativa: “L’organizzazione che hai in mente”. Si tratta di uno strumento innovativo che offre l’opportunità al lettore di prendere in esame un’entità organizzativa, di poterne scattare due “fotografie” – una relativa al presente, la seconda rivolta al futuro – sotto forma di due istogrammi (il programma informatico, cui si accede utilizzando la password annessa al volume, li fornisce in automatico) che visualizzano la percezione della realtà in esame. Le canne d’organo degli istogrammi dicono che cosa va bene e cosa no nell’organizzazione analizzata: le differenze danno il senso di quello che occorre fare per migliorarla. Le risultanze del questionario diventano a pieno titolo una piattaforma per l’azione e consentono l’individuazione e l’adozione di concrete iniziative in merito alle tematiche che esso esplora (la concezione dell’individuo, la cultura, i livelli di appartenenza, risultati, concezione dell’individuo, i rapporti con l’ambiente esterno). La teoria (la metafora) e la pratica (il questionario) si saldano, dunque, e possono dare origine a progetti di cambiamento.
Per queste sue caratteristiche il libro si rivolge a un pubblico di practitioner, cioè a coloro che si occupano di organizzazione, di formazione, di sviluppo manageriale e di cultura, a consulenti di management e di sviluppo organizzativo.
Alla ricerca di nuove rotte manageriali

“Un’illusione di buona qualità che accompagna noi formatori è quella di scrivere – come dice Platone nel Fedro – negli animi degli uomini. Dopo 25 anni di frequentazioni aziendali – come uomo d’azienda prima, come formatore e consulente dopo – mi è venuto il desiderio di scrivere anche sui “rotoli” di carta.”
Questo scritto è composto da due parti.
La prima, l’azienda come luogo di apprendimento, è il tentativo di raccogliere e ordinare quanto di più accessibile e noto è stato scritto sulla Learning Organization, ricercando differenze e analogie nell’ambito di un’offerta letteraria che va lievitando e che sembra testimoniare l’attualità del tema.
I materiali, in qualche modo arbitrariamente ordinati, rispondono ad un bisogno di chiarezza ed azzardano una sistemazione possibile.
La seconda, l’azienda come luogo di desiderio, è un “sogno organizzativo”, è la libertà di parlare di una metafora aziendale e di due sue possibili dimensioni, la seduzione e la metamorfosi, nello stesso modo in cui si raccontano un viaggio e un’avventura, senza il vincolo della scientificità, il dovere della citazione, la pesantezza della coerenza.
La prefazione e la postfazione sono generose e illuminanti.